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A ruba il Sironi già sul transatlantico, l’asta

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Mario Sironi, "Composizione", anni Quaranta del Novecento.
Alberto Savinio, "Il riposo del cavaliere", 1949

Alberto Savinio, “Il riposo del cavaliere”, 1949

La prima ad andarsene, ce lo si aspettava, è stata la Grande Composizione di Mario Sironi, 1948. E dell’artista, niente è stato “risparmiato”, in tutti i sensi, verrebbe da dire: tutto venduto. Del resto, l’asta della società partenopea Blindarte, che il 24 novembre 2013 ha messo all’incanto 146 lotti, due giorni dopo registra un record: con un valore complessivo stimato tra 1,5 e 2 milioni di euro, si posiziona tra le prime battute di case d’asta italiane per percentuale di venduto. Perché il 26 novembre, Blindarte ha già venduto il 90% delle opere, con prezzi che in svariati casi superano le stime precedenti. Sono le opere che appartenevano alla Tirrenia, e spesso stavano sulle navi e i transatlantici; e la loro cessione cancella definitivamente una grande stagione della marineria e di un’arte tipicamente italiana.

I top. Di Sironi, dunque, non rimane più nulla. La Grande Composizione, stimata tra i 220 e i 280 mila euro, è stata venduta a circa 350 mila. Ma di rinomati autori ce ne erano molti altri: di Alberto Savinio, aggiudicato per 140 mila euro Il riposo del cavaliere, e per 115 mila Natura morta italiana; sempre suoi, venduti anche tre dipinti di uno stesso nucleo di dieci risalenti al 1949, portati a casa per quasi 90 mila euro. Parecchio interesse hanno suscitato anche i modelli navali; tra di essi c’è quello della della nave di Giuseppe Garibaldi, pagato circa 42 mila euro.


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